
“Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma”
Mai sentita questa frase? Mai letta sui social? Sapete da dove proviene? Da un libro di Bruce Chatwin, Anatomia dell’Irrequietezza. Una Bibbia per viaggiatori, che almeno la metà di voi sicuramente conosceranno o avranno letto.
Raccolta postuma di pensieri e racconti di viaggio, non facile da leggere, come quasi tutte le pubblicazioni di Chatwin. Bruce Chatwin possiede un registro letterario molto alto e mentirei se dicessi che siamo davanti ad una pubblicazione letteraria di facile comprensione. Non è certamente un libro defaticante, di quelli da “pausa caffè” o “mi metto a leggere sotto l’ombrellone”, ma personalmente lo ritengo fondamentale, la base dalla quale un viaggiatore dovrebbe partire e prendere spunto. Andando oltre a meticolose descrizioni e sforzandosi di capire il testo, si scopre infatti il suo fantastico modo di viaggiare e di spostarsi. Zaino in spalla, mente aperta, stereotipi azzerati. Acuto e illuminante come solo pochi autori/viaggiatori riescono a essere.
Chatwin è un vero viaggiatore e la sua personalità risplende in ogni capitolo e viaggio descritto.
“Il viaggio dev’essere avventuroso. ‘La gran cosa è muoversi’ dice Robert L. Stevenson in Travels with a Donkey [Viaggi a dorso d’asino] sentire più da vicino le necessità e gli intralci del vivere; scendere da questo letto di piume della civiltà, e trovare sotto i piedi il granito del globo, sparso di selci taglienti’. Le asperità sono vitali. Tengono in circolo l’adrenalina.”

Bruce Chatwin
Chatwin ritiene il viaggio un elemento fondamentale nella vita dell’uomo, una boccata di ossigeno che lo nobilita, fino a renderlo immune da malattie e devianze sociali.
“Neurologi americani hanno fatto l’encefalografia a non pochi viaggiatori. Ne è risultato che cambiare ambiente e avvertire il passaggio delle stagioni nel corso dell’anno stimola i ritmi cerebrali e contribuisce a un senso di benessere, di iniziativa e di motivazione vitale. Monotonia di situazioni e tediosa regolarità d’impegni tessono una trama che produce fatica, disturbi nervosi, apatia, disgusto di sé e reazioni violente. Nessuna meraviglia, dunque, se una generazione protetta dal freddo grazie al riscaldamento centrale e dal caldo grazie all’aria condizionata, trasportata su veicoli asettici da un’identica casa o albergo ad un altro, sente il bisogno di viaggi mentali e fisici, di pillole stimolanti o sedative, o dei viaggi catartici del sesso, della musica e della danza. Passiamo troppo tempo in stanze chiuse.”
“Diversivo, distrazione, fantasia. Cambiamento di moda, di cibo, amore e paesaggio. Ne abbiamo bisogno come dell’aria che respiriamo. Senza cambiamento, corpo e cervello marciscono.”
Credo di aver sottolineato decine di frasi, se non interi paragrafi. “Anatomia dell’irrequietezza” è una guida al viaggio… e non solo. Lo rileggo ogni volta che sento di perdere la direzione, ogni volta che la pubblicità massiva dei media su stupidaggini e falsi bisogni, tenta di prendere il sopravvento. Provate anche voi ad immergervi nei suoi racconti, viaggiate dalla Toscana a Timbuctù, ascoltate (si può dire?) le riflessioni di una mente avventurosa e ditemi cosa ne pensate.
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Ho letto un solo libro di Chatwin che mi è piaciuto molto, questo mi incuriosisce. Ti farò sapere, grazie per l'informazione, a presto
Molto bello il post come tutti gli altri. Buona fine carnevale divertiti bacioni
Grazie di cuore Edvige, un abbraccio <3 !
A presto carissima, un bacione! :-*