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Cosa vedere nel Mugello: la Scuola di Barbiana | Itinerari toscani

Credo fortemente nel valore dell’istruzione (l’istruzione vera e sentita) e, quando la settimana scorsa siamo capitati nel Mugello, fra grandi spazi verdi e borghi dal fascino antico, non ho potuto fare a meno di visitare la frazione di Barbiana, antica canonica persa fra i monti, dove tra gli anni ’50 e gli anni ’60, un prete di campagna divenne un simbolo per generazioni future di studenti ed insegnanti.

Quel parroco era Don Lorenzo Milani, mandato in “esilio” nel borgo di Barbiana per dissidi con la Curia fiorentina. Qua, fra monti e campagne dove l’analfabetismo regnava incontrastato, Don Lorenzo realizzò una scuola per dar voce, nozioni e intelletto agli “ultimi” della società.
Il suo metodo consisteva nell’apprendimento di un ampio spettro di materie attraverso esperienze dirette e pratiche. Col Priore si imparava, oltre che a leggere, scrivere e far di conto, ad essere consapevoli cittadini del mondo. Si leggevano quotidiani per crearsi un opinione politica, si studiavano le costellazioni, si apprendevano le lingue straniere, si studiava la musica. Se cartine, mappe e schemi dei pochi libri presenti non erano sufficienti, si creavano per conto proprio. Se mancavano tavoli, panche e sedie si fabbricavano artigianalmente in una seconda aula: la stanza della lavorazione del legno e del ferro, una mini falegnameria dotata di tutti gli attrezzi del mestiere. Le stesse panche e sedie che vedete nella foto soprastante vennero fabbricate da Don Lorenzo e dai ragazzi di Barbiana. 

Per ogni materia il Priore trovava uno specialista, un individuo disposto a raggiungere Barbiana per mettere le sue competenze al servizio dei ragazzi. 

Gli specialisti erano come dire… certamente preparati ma talvolta buffi ed insoliti. C’era un tale ad esempio, artigiano locale, lavoratore del ferro, noto ai paesani con il soprannome di “Bestemmino”. Il motivo del soprannome non è così difficile da intuire: a causa di una sua particolare predilezione, era solito elargire frequenti e colorite bestemmie. Dovendo insegnare ai suoi ragazzi l’arte della lavorazione del ferro, Don Lorenzocontattò proprio Bestemmino, senza pensarci due volte. Alle critiche dei parrocchiani, scioccati da quella ignobile scelta, il Priore ribatté che per lui contava l’obiettivo: doveva insegnare agli allievi come lavorare il ferro e Bestemmino, in quel campo, era il miglior maestro che potessero avere. Don Lorenzo era di questo stampo: un prete dal carattere deciso e autorevole che, per il bene dei ragazzi, mal sopportava osservazioni e inutili perdite di tempo. 
Don Milani univa dunque materie pratiche a materie scolastiche e durante le ore di inglese, sviluppò l’idea e il concetto di “I Care” (ho a cuore, mi interessa), che sarebbe poi diventato il motto della scuola e un esempio di condotta per le future generazioni di docenti. Con questo concetto il Priore intendeva sensibilizzare i suoi ragazzi ad interessarsi a ciò che li circondava, agli altri, ai fatti del mondo e alla politica, intesa nella sua espressione più genuina. I Care era un motto che si rivolgeva inoltre all’attenzione verso l’altro. L’insegnamento non proseguiva, il programma scolastico non andava avanti fino a quando l’ultimo della classe non si metteva in pari. In altre parole, per andare avanti bisogna andare al ritmo dell’ultimo della fila.

 “Il problema dell’altro è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia” (dal suo testo “Lettera ad una Professoressa”). 
Barbiana non mancarono neanche gli insegnamenti per pratiche di sport e il tempo libero. La scuola era dotata di una vasca per imparare a nuotare (realizzata con grande impegno dai ragazzi stessi) e di un campo scosceso utilizzato per lo sci nella stagione invernale. Anche gli sci fecero parte di una lezione “pratica” e vennero realizzati artigianalmente in aula. Oggi, i locali parrocchiali dove ha operato Don Lorenzo sono gestiti dalla Fondazione Don Lorenzo Milani, che con amore e passione, cerca in ogni modo di conservarne magia e autenticità. Si tratta di volontari che hanno conosciuto personalmente il Priore o ne sono stati allievi ed i loro racconti profumano di quell’amore sconfinato che solo una persona speciale può riuscire a suscitare. Un prete-insegnante che non temette di sfidare i potenti e gli acciacchi di una grave malattia per aiutare e illuminare le menti dei più deboli. 
 
Categorie Articolo:
Mete Toscana

Tutti i Commenti

  • davvero singolare questo posto! grazie per le dritte

    Andrea Pizzato 1 Aprile 2017 18:03
  • Grazie a te di leggermi! Buona serata Andrea ^_^ !

    Viaggiare Oltre 5 Aprile 2017 15:22